Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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     Il 24 marzo è stato adottato un documento relativo al partenariato, in base al quale l’U.E. fornirà aiuti sostanziali ai paesi candidati per avvicinarsi agli standard europei. Il processo di ampliamento è proseguito il 29-30 maggio.
     Il 25 marzo la Commissione Europea ha presentato in anteprima e poi il Consiglio Ecofin ha confermato la lista dei paesi candidati all’ “euro”.
     Il 25 marzo 1998 in base alle relazioni della Commissione e dell’Istituto Monetario Europeo si qualificavano a far parte dell’ “euro” 11 paesi: Belgio, Repubblica Federale Tedesca, Spagna, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Austria, Portogallo e Finlandia; Grecia e Svezia non hanno soddisfatto i rigorosi criteri d’ammissione, mentre Danimarca e Gran Bretagna si sono avvalse della facoltà di esimersi dal partecipare al primo blocco: questi paesi potranno entrare, gli uni quando saranno idonei e gli altri quando vorranno. Infatti, in seguito, la Grecia nel 1999 è entrata a farne parte (con decorrenza del 1° gennaio 2000) avendo raggiunto i requisiti d’idoneità.
     Il 29-30 aprile 1998 a Bruxelles l’assemblea discuteva la relazione di von Wogau sulla convergenza delle economie degli stati membri ed esprimeva un primo giudizio positivo sugli 11 paesi.
     La crisi asiatica perturbava i mercati finanziari: nel gennaio 1998 il Presidente del Consiglio italiano Romano Prodi rassicurava il premier olandese Wim Kok che la situazione italiana era sotto controllo; il ministro austriaco dell’economia Johann Farleitner aveva appoggiato la candidatura dell’Italia a far parte dell’ “euro”, in febbraio il ministro spagnolo dell’economia Rodrigo Rato annunciava che il proprio paese era in grado di candidarsi; in marzo all’Ecofin di Bruxelles Carlo Azelio Ciampi illustrava gli sforzi compiuti dall’Italia e Santer, presidente della Commissione, annunciava che l’Italia sarebbe stata tra i paesi che sarebbero entrati a far parte dell’ “euro” sin dall’inizio (1° gennaio 1999). Solo la Bundesbank era contraria alla candidatura dell’Italia ma, finalmente, il ministro delle finanze Theo Waigel rassicurava Romano Prodi.