Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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     Al Consiglio Europeo di Amsterdam del 16-17 giugno 1997 i capi di stato o di governo dell’U.E. hanno elaborato il nuovo Trattato per l’U.E. che è stato poi firmato, sempre ad Amsterdam, il 2 ottobre 1997: esso revisiona il Trattato di Maastricht (e quindi anche il Trattato di Roma) e si pone quattro obiettivi: occupazione e diritti dei cittadini, punto focale dell’Unione; rimozione ultimi ostacoli alla libera circolazione; maggior influenza mondiale dell’Europa; efficienza delle istituzioni in vista di ulteriori ampliamenti dell’U.E.; il Trattato di Amsterdam consolida così ciascuno dei tre grandi pilastri su cui poggia l’U.E.: la Comunità Europea (primo pilastro), la P.E.S.C. (secondo pilastro), la cooperazione nella giustizia e negli affari interni (terzo pilastro).
     Il 20 giugno 1997 si sono sottoscritti gli accordi di riconoscimento reciproco tra U.S.A. ed U.E. e, benché gli U.S.A. mantengano in pratica alte le barriere doganali, in tutti i settori, occorre andare verso un partenariato, per cui alla fine del 1998 il Parlamento Europeo si è detto favorevole all’adozione di una Nuova Agenda Transatlantica (N.A.T.) e, secondo la relatrice Erica Mann, U.E. ed U.S.A. dovrebbero porsi l’obiettivo di costituire uno spazio economico transatlantico.
     In luglio l’U.E. approvava il “piano di convergenza” presentato dal ministro del Tesoro e Bilancio italiano Carlo Azelio Ciampi.
     In agosto il governatore della Banca d’Inghilterra, Edward George, era per un rinvio dell’unione monetaria, Hans Tietmeyer, presidente della Bundesbank, gli rispondeva, con velata ironia, che non sarebbe stata una catastrofe!