Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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     Osservava Montesquieu che il Diritto Pubblico (diritto delle genti, diritto della ragione) in Europa fosse molto diffuso, ma i principi ne facessero uso per violare la giustizia senza danneggiare i propri interessi (Lettres Pérsanes, CXXV).
     Nelle Lettres Pérsanes (1721) Montesquieu analizzava il diritto, lo spirito di lavoro, la velocità (quella delle carrozze rispetto ai cammelli), i costumi, il clero, la tecnica, la scienza, le arti, il progresso: fino al ‘500 hanno avuto preminenza le arti e le scienze morali (filosofia) nei confronti delle scienze esatte e della natura, dal ‘600 in poi è stato l’opposto; nell’Esprit des Lois (1748), analizzava le libertà europee, originate nelle antiche repubbliche greche, poi il nuovo concetto di libertà dei Germani, infine la monarchia costituzionale inglese; nella vita economica, rilevava la differenza tra Europa ed Asia: gli stati dispotici ignoravano quasi gli scambi internazionali mentre le nazioni libere, cioè europee, dovevano la loro prosperità proprio alla grande attività industriale e commerciale, secondo leggi economiche sconosciute altrove.
     Voltaire, come Montesquieu, riconosceva che l’Europa avesse una sorta di unità politica, avendo dei princìpi di diritto pubblico e di politica capaci di costituire un “sistema”: era indubbiamente molto avanzata rispetto all’epoca di Machiavelli, essendo una specie di grande repubblica divisa in vari stati, gli uni monarchici, gli altri misti, gli uni aristocratici, gli altri popolari, ma tutti collegati tra loro con uguali fondamenti religiosi, anche se divisi in varie sette, tutti con gli stessi princìpi di diritto pubblico e di politica, sconosciuti nelle altre parti del mondo.