Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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     La grossa polemica anti-Europa non era desiderio di annientarla, ma di migliorarla. Infatti Voltaire alla fine prorompeva con un inno all’Europa.
     Anche l’Abate Mably nei suoi Principes de négociations ravvisava una corrispondenza continua che legava tutti i popoli del mondo dal ‘500 in poi, espressione dell’equilibrio politico europeo.
     Secondo Henri de Boulainvilliers (1658-1722) la religione, come era professata negli stati europei, aveva avuto per conseguenza il fanatismo, l’intolleranza, da una parte e dall’altra!
     Gli illuministi arriveranno a condannare il fanatismo tanto dei cattolici quanto dei calvinisti e dei luterani.
     Giambattista Vico dedicando la prima Scienza Nuova (1729-30) “alle Accademie d’Europa” calcava il concetto di Voltaire (repubblica delle lettere o società degli spiriti) e sintetizzava una visione dell’Europa e del suo ruolo nel mondo, facendosi precursore di una confederazione di nazioni unite. Montesquieu (1689-1755), grande viaggiatore, osserva che con le scoperte geografiche essa fosse arrivata ad un grado di potenza incomparabile, avendo commerci in tutto il mondo.
     Ludovico Antonio Muratori, redigendo gli Annali d’Italia (1745-49), non mancava di aprire molte “finestre” sull’Europa, mentre con le raccolte di documenti che pubblicava offriva degli immensi contributi alla storia del commercio.
     Federico il Grande, quando era principe ereditario, aveva scritto un saggio politico, intitolato “Considerazione sullo stato presente del corpo politico dell’Europa”, ma era pur sempre l’Europa della vecchia maniera. Vent’anni dopo rappresentava il corpo dell’Europa come un insieme di relazioni, con un equilibrio di poteri.