Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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     Boccaccio (1313-1375), nel commento alla Commedia di Dante, riprendeva la suddivisione quadripartita del mondo.
     Petrarca scriveva a Stefano Colonna, passando in rassegna Gallia, Gran Bretagna, Germania, Spagna, Grecia, ma osservava che ciascuna pensasse a sé ed in altre regioni il cristianesimo fosse poco diffuso.
     

La prima Lega Paneuropea

     Pur analizzando tutti i possibili impliciti equilibri, né Dante, né Dubois, né Georges Podiebrad (re di Boemia nel 1458 ed ideatore di una confederazione continentale) hanno parlato esplicitamente di Europa.
     Invece Enea Silvio Piccolomini, un umanista che diveniva papa (Pio II), chiamava l’Europa “nostra patria” e nella sua Cosmografia scriveva due capitoli sull’Europa e sull’Asia. Nella famosa lettera a Maometto II, prima di bandire la crociata, una lega paneuropea contro i turchi, distingueva i cristiani non europei (armeni, maroniti) e gli prometteva, se si convertiva, l’ammirazione di tutta l’Europa, intesa anche come cristianità.
     Costantinopoli (detta “la seconda Roma” ma anche “la porta d’Europa”) aveva costituito un baluardo, infatti era riuscita ad arrestare la marcia di Tamerlano e di Bajazet ma quando, nel 1453, era caduto definitivamente l'Impero Romano d’Oriente (con la resa di questa città, occupata da Maometto II), gli stati d’Europa hanno sentito il bisogno di coalizzarsi per resistere alla pressione turcomanna. Pio II aveva avuto solo l’appoggio dei veneziani, dell’Ungheria e di Scanderbeg, per cui voleva porsi lui stesso a capo dell’impresa, ma moriva ad Ancona quando era in procinto d’imbarcarsi.