Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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     Nel medioevo i centri commerciali sorgevano pressoché in tutta Europa, si perfezionava il sistema bancario, si sviluppavano relazioni con l’estremo oriente (Marco Polo).
     La Russia, consentendo nel ‘200 al feroce Gengis Khan di fondare un impero gravitante su Kiev e poi su Mosca, aveva arginato l’offensiva orientale. Occorrerà però arrivare alle minacce mongole e turche per far rifiorire un sentito concetto d’Europa: l’occidente ne prenderà coscienza sollecitato dalla tracotanza turca nel 1453.
     Nella contrapposizione tra papato ed impero, oltre a Dante, sia Gilles de Rome che Marsilio da Padova distinguevano tra temporale e spirituale.
     Pierre Dubois avvertiva la difficoltà di realizzare una monarchia universale, cui tutti i popoli europei avrebbero dovuto sottomettersi: la sua repubblica cristiana era una sorta di confederazione, sotto la direzione di un Concilio, in vista delle crociate, ma la sua utopia, chiusa “nel cassetto”, sarebbe poi finita negli archivi di Cristina di Svezia ed infine in quelli vaticani.
     Anche Eustachio, scrittore bizantino del XII sec., parlava di Europa ed Asia.
     Dante indicava il tricorno d’Europa nelle Epistolae (VII,11), accennava a Costantinopoli “ne lo stremo d’Europa” nel Paradiso (VI,5), delineava i principali idiomi d’Europa nel De Vulgari Eloquentia (I,VII,2) e la menzionava più volte nel Monarchia dove ad esempio diceva “l’Europa regione nobilissima” (III,III,17) o criticava l’Europa che non ottemperava all’autorità della Chiesa (III,XIV,7). Non si esprimeva sull’unione europea, perché per lui il potere temporale doveva risiedere nell’imperatore ed il potere spirituale nel papa. Più chiaro di così!