Carlo Piola Caselli
Il taccuino di Ferruccio Parri sull'Europa (1948 – 1954)


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     “E' qui che il Movimento Federalista Europeo deve, a mio avviso, agire. Agire sul piano internazionale, cominciando dai paesi occidentali d'Europa più sensibili a questa necessità d'unificazione ed agire d'urgenza.
     “Non gruppo di intellettuali sterili e contemplativi, ma determinata e trascinante pattuglia d'avanguardia esso deve concentrare le sue forze ed ogni sforzo per imporre la necessità di risolvere in termini europei il problema primordiale della libertà e della pace, cioè del nostro avvenire.
                         FERRUCCIO PARRI (18)
     

L'Unione Doganale Italia-Francia

     Il 20 marzo 1948, in seguito alla costituzione di una commissione mista italo-francese, vien siglata a Torino l'Unione doganale italo-francese, (19) anche se presto questi passi verranno superati dai fortunati eventi, allorché i rapporti intessuti nell'ambito del Consiglio d'Europa indurranno Schuman a proporre di mettere insieme le risorse del carbone e dell'acciaio, da cui avrà origine il trattato della CECA, stipulato a Parigi il 18 aprile 1951.
     Su questo argomento, abbiamo un dattiloscritto di Parri, contenente alcune sue considerazioni in merito, in risposta ad un 'questionario' che gli è stato sottoposto:
     “La prima riflessione è ormai di comune dominio. Per i paesi europei, o almeno per i loro governanti, l'Europa non è ancor più nulla che un'espressione geografica. L'esperienza del piano Marshall è stata assai istruttiva. Ed anche delusiva. Si è parlato di fallimento della conferenza di Parigi. Lasciamo stare le condanne sommarie, ingiuste – speriamolo – in termini d'aiuto americano alle singole economie. Ma la solidarietà europea non ha trovato che pie affermazioni di principio, ed è stato necessario al loro parto tardivo il forcipe energico di Clayton. Ogni pensiero che non fosse per i guai di casa propria era molesto per inglesi e francesi: a chi l'interpellava sui provvedimenti ch'egli ritenesse tentabili per aprir la strada ad un'economia intereuropea Monnet rispose che ci avrebbe pensato quando fosse stato realizzato il suo piano quadriennale per la Francia. Campa caval, che il piano riesca! Un buon accordo riesce se è un buon affare per i vari contraenti, frutto quindi di concessioni reciproche: non ci si arriva se ognuno tira a sé quanto può la coperta comune e bluffa le cifre. La delegazione italiana ha avuto il merito di maggior prudenza e modestia, ma non oserei neppure sostenere che avesse istruzioni e fondamentale orientamento diversi.

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(18) ACS, b. 125, fasc. 587, Parri sulla Politica Estera e sull'Unione Europea. Negli appunti manoscritti: Europa, MFE, S.d.N., ONU, USA, ERP, ECA, ECE, OECE, Conseil d'Europe.

(19) Ministero Affari Esteri, Archivio di Gabinetto 1943-1958, Archivio della Direzione Generale Affari Economici 1937-1950, I documenti diplomatici italiani, serie XI, vol. I-III, 1948-1950, dove si può trovare di ERP, OECE, ECA, Piano Marshall, Movimenti Europei, Integrazione Europea, CECA, Euratom, CEE. Bruna BAGNATO: Storia di una illusione europea. Il progetto di unione doganale italo-francese, London, Lothian Foundation Press, 1995; Le plan Marshall et l'union douanière italo-française (juillet 1947 – mars 1948), in “Le plan Marshall et le relèvement économique de l'Europe”, Paris, Imprimerie Nationale, 1993. Ministero Affari Esteri, Segreteria di De Gasperi (anche sotto il governo Parri) e di Carlo Sforza.