Carlo Piola Caselli
Il taccuino di Ferruccio Parri sull'Europa (1948 – 1954)


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     “Non è che le decisioni siano state così semplici e non abbiano richiesto dibattiti anche vivaci, se pur sempre leali. E' anzi questa circostanza che accresce il valore effettivo di queste determinazioni. Su di esse la delegazione italiana ha recato un contributo ed un peso decisivo, e ciò ha fatto con dignità e con senso di responsabilità ed anche di affiatamento nazionale che merita, a mio giudizio, sincera lode. La delegazione italiana ha preso netta e chiara posizione per ampliare il quadro della iniziativa ristretto ad un gruppo di stati (,) ai Parlamenti democratici degli Stati europei e per delineare una certa salvaguardia del carattere europeo della Federazione rispetto agli interessi degli stati che sono centro di un Commonwealth o di un Impero.
     “Con l'accordo, quasi senza riserva di tutte le delegazioni, a Interlaken sono stati accolti i rappresentanti delle masse della Germania occidentale; e non vi è bisogno di sottolineare il valore storico ed il profondo interesse per l'avvenire d'Europa di questa decisione.
     “La parola ora è a Parlamenti e Governi. L'idea è in marcia, non credo più possibile fermarla. E' ben chiaro che le difficoltà decisive sono quelle finali che sorgeranno al momento degli impegni decisivi; e se è chiaro che ogni precipitazione sarebbe dannosa, è ancor più sicuro che l'indecisione a questo punto sarebbe fatale. Perché il popolo italiano, come tutti i popoli d'Europa, deve vedere ben chiaro che l'alternativa alla unione delle forze, alla unificazione, è la guerra e la distruzione, o la servitù o l'anarchia.