Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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     Il progetto di Briand, anche se in buona fede, sembrava più destinato a far colpo che a produrre dei risultati concreti e tutto si risolveva nella pubblicazione di un libro bianco, con l’adesione formale di alcuni stati.
     Mussolini, con solenne oratoria dannunziana, aderiva purché le colonie degli stati partecipanti venissero messe in comune! Così nazionalismo e colonialismo, invece di essere criticati, ne uscivano esaltati. Tuttavia la Reale Accademia d’Italia dedicava uno dei “Convegni Volta” al tema Europa (14-20 novembre 1932).
     José Ortega y Gasset ne La rivolta delle masse (1930) trattava del comando europeo e delle ragioni della decadenza dell’Europa, mentre Julien Benda accusava l’Europa di incoscienza (anti Europa) ma finalmente, ne Lo spirito europeo, una conferenza per le riunioni internazionali di Ginevra (1946), sarebbe scaturita l’idea d’Europa.
     Mario Pistacchi scriveva Il destino dell’Europa (1931) e Benedetto Croce pubblicava una Storia d’Europa nel secolo decimonono (1932).
     Un filosofo della scienza, Louis Rougier, vedeva nel mito di Prometeo la prefigurazione dello spirito dell’occidente. Già Schiller nel Prometeo Liberato aveva simboleggiato la ricerca della verità, infine sposata Asia (la Natura) era iniziato il regno dell’amore e del bene.
     Nel 1935 Carlo Rosselli, poco prima di morire, diceva: “in questa tragica vigilia non esiste per la sinistra europea altra politica estera che gli Stati Uniti d’Europa e l’Assemblea europea … il resto è catastrofe”.