Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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     Julius Froebel, condannato a morte, veniva graziato e l’anno dopo (1849) partecipava all’insurrezione della Germania del sud-ovest, quindi riparava negli U.S.A. dove scriveva “America, Europa”, pubblicato poi nel 1959.
     

Victor Hugo

     Presiedendo a Parigi il Congresso della Pace, Victor Hugo il 21 agosto 1849 proclamava la sua fede nell’inevitabile fraternità europea (come possiamo leggere negli atti) e vedeva gli Stati Uniti d’America e gli Stati Uniti d’Europa tendersi la mano, al di sopra dei mari, e scambiare i loro prodotti; poi il 17 luglio 1851 all’Assemblea legislativa parlava ancora di Stati Uniti d’Europa ma Montalembert gli dava apertamente del folle, Molé dello stravagante e Quentin-Bauchard, più educatamente, del poeta!
     Victor Considérant pubblicava Ultima guerra e pace definitiva in Europa (1850). Intanto Danoso Cortès, nel suo celebre discorso “Sulla situazione generale dell’Europa” alle cortes spagnole (1850), era caustico.
     Angelo Brofferio nel 1851 affermava che non solo si dovessero realizzare gli Stati Uniti d’Italia, ma anche gli Stati Uniti d’Europa.
     Frantz faceva un parallelismo: come l’influenza macedone aveva contribuito a disintegrare l’ellenismo, così l’influenza russa era dissolvente e corruttrice del sistema occidentale. Ancor più lucido e profetico appariva Jacob Burckhardt (1818-1897) sul tragico destino dell’Europa, ma i giudizi più acerbi sulla politica russa, sul suo imperalismo e sul suo machiavellismo li davano Engels e Marx: con notevole senso premonitore Marx nel 1853 asseriva che gli U.S.A. dovessero formare parte integrante dell’occidente ed intervenire in Europa.