Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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Lo Spazio Economico Europeo

     Con la Dichiarazione di Lussemburgo del 9 aprile 1984 i ministri della C.E.E., dell’E.F.T.A. (Austria, Finlandia, Islanda, Svizzera e Liechtenstein) e la Commissione Europea sottolineavano la necessità di creare, tra le due entità, uno Spazio Economico Europeo (S.E.E.), un mercato di circa 380 milioni di abitanti, per estendere all’E.F.T.A. le politiche comunitarie (ricerca e sviluppo tecnologico, trasporti, agricoltura e pesca, energia, ambiente, istruzione ed educazione, proprietà intellettuale, etc.).
     Il 9 aprile 1984 a Culham (Gran Bretagna) veniva inaugurato il “Joint European Torus” (J.E.T.) per l’utilizzazione pacifica dell’energia atomica, per controllare la fusione nucleare, per disporre di un’energia quasi inesauribile e non inquinante.
     Il 14 e 17 giugno 1984 circa 120 milioni di cittadini eleggevano a suffragio universale diretto 434 parlamentari europei: i commentatori deploravano l’assenza di una dimensione europea nelle campagne elettorali, denominate da temi nazionali. Presidente veniva nominato il deputato francese Pierre Pflimlin.
     Il 25-26 giugno 1984 al Consiglio Europeo di Fontainebleau i “dieci” raggiungevano un accordo sull’ammontare della compensazione da concedere alla Gran Bretagna, per alleggerire il suo contributo al bilancio europeo, ritenuto troppo gravoso, e veniva accolta la proposta del Parlamento Europeo di aprire una nuova importante fase del processo di unificazione, dando il via a due azioni parallele: a) istituzione del “Comitato Dooge” (un senatore irlandese), con rappresentanti dei “dieci, per formulare proposte per migliorare i rapporti di cooperazione all’interno della C.E.E. ed in sede di cooperazione politica; b) i “dieci” intendevano prendere in maggior considerazione le preoccupazioni e gli interessi dei cittadini europei, per costruire un’Europa più loro, istituendo il comitato “Europa dei Cittadini” (che avrebbe iniziato il 7 novembre), presieduto dall’On. Adonnino, per studiare azioni comuni in vari settori (istruzione, sanità, diritto, lotta contro droga e terrorismo) nonché individuare come progredire nell’unificazione. Il Consiglio adottava anche il principio della soppressione delle formalità doganali all’interno della Comunità ed il Presidente Mitterand presentava il modello di un passaporto europeo, risultato di 10 anni di trattative. L’accordo di Sarrebruck tra Germania e Francia costituiva il primo passo concreto.