Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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I “dieci” e l’ecu

     Il 1° gennaio 1981 la Grecia entrava ufficialmente nella C.E.E., divenendo “dieci” i paesi in essa rappresentati: l’Europa aveva così 269 milioni di cittadini. Era previsto un periodo di transizione di 5 anni per fare integrare la debole economia greca con quella degli altri paesi.
     Con risoluzione del 9 luglio 1981 il Parlamento Europeo nominava una Commissione istituzionale per la riforma dei Trattati e per lo sviluppo dell’Unione Europea, in seguito ad una iniziativa di Altiero Spinelli e del “Club du Crocodile”. Detta Commissione, presieduta da Mauro Ferri, il 6 luglio 1982 si impegnava con una risoluzione a dibattere i grandi capitoli del futuro trattato.
     Il Consiglio Europeo nel dicembre del 1978 aveva scelto la denominazione della moneta europea, l’ “ecu”, sigla di “European Currency Unit” che per omofonia ricordava l’écu (moneta medioevale francese) e lo scudo (antica moneta italiana ed odierna portoghese), cosicché dal 1° gennaio 1981 l’Unità di Conto Europea (U.C.E.), per decisione del Consiglio Europeo, veniva sostituita nel bilancio generale della C.E.E. dall’ecu, che era già nato il 1° gennaio 1979: progressivamente esso entrava a far parte della nostra vita, banche e stampa ne pubblicavano regolarmente il valore, venivano aperti conti e concessi prestiti in questa divisa virtuale.
     Il 30 maggio 1980 il Consiglio aveva dato mandato alla Commissione Europea di elaborare delle proposte sullo sviluppo delle politiche comunitarie ed il 24 giugno 1981 la Commissione trasmetteva, con lettera del Presidente Gaston Thorn, il proprio rapporto ai capi stato o di governo. La strategia generale, data l’inflazione e la disoccupazione crescenti, mirava a creare una zona di stabilità mediante un sistema monetario rafforzato; veniva studiato un meccanismo finanziario fondato sulla solidarietà, per agevolare la politica agricola della Gran Bretagna; venivan inviate derrate alimentari in Polonia.