Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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     Il 31 ottobre 1979 veniva firmata a Lomé la II Convenzione fra la C.E.E. e 58 stati A.C.P. (in vigore dal 1° gennaio 1981), comprendente politica mineraria, energetica, pesca, mano d’opera, con 5,2 miliardi di ecu per 5 anni.
     Il 20 novembre 1979 il Consiglio approvava i risultati dei negoziati G.A.T.T. tra la C.E.E. e 99 paesi, per il libero commercio mondiale, apertisi con il “Tokio-Round” nel 1973 (con i primi risultati nel 1977), significativi malgrado la recessione mondiale: si arrivava perciò alla riduzione di un terzo dei dazi doganali (1980); il Consiglio approvava anche la nuova disciplina negli scambi e le agevolazioni al commercio di prodotti agricoli.
     Il 20-30 novembre 1979 il vertice europeo di Dublino affrontava il problema britannico; il 13 febbraio 1980 veniva inaugurata la rete Euronet, un sistema comunitario di telecomunicazioni, mediante cui il gruppo “Diane” metteva a disposizione informazioni in tutti i settori, tramite 20 elaboratori installati negli stati membri della C.E.E..
     Come a Dublino, a Lussemburgo il 27-28 aprile 1980 il Consiglio Europeo affrontava il problema britannico, legato alla fissazione dei prezzi agricoli (1980-81): il fallimento era clamoroso ed il rischio di dissoluzione grave. Finalmente, il 30 maggio 1980, il Consiglio dei Ministri scongiurava l’acuirsi della crisi ed ancora una volta le istituzioni europee uscivano vincitrici da un lungo e difficile negoziato, convenendo non fosse giusto che un paese svantaggiato si assumesse un peso finanziario eccessivo. Altro argomento trattato era la politica energetica, l’85% del petrolio provenendo dai paesi O.P.E.P., ma il problema a lungo termine rimaneva irrisolto. Il 30 ottobre 1980 la C.E.E. affrontava anche la crisi industriale, in particolare siderurgica, sempre più grave.