Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà

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Veniva previsto un tempo per le interrogazioni nel corso di ogni sessione del Parlamento Europeo.      Il 14 gennaio 1974 il Consiglio formulava gli obiettivi generali nel settore della ricerca e della tecnologia. I meccanismi economici del M.E.C. non comportavano automaticamente progresso sociale e piena occupazione, per cui il Consiglio del 21 gennaio varava un programma di politica sociale, prevedendo la realizzazione di 40 azioni prioritarie.      La C.E.E., non potendo passare al secondo stadio dell’unione economica e monetaria, doveva accontentarsi di concordare, in febbraio, alcuni provvedimenti di miglioramento ed ampliamento degli strumenti di politica monetaria e di concertazione delle politiche economiche.      I laburisti in aprile vincevano le elezioni, per cui chiedevano di rinegoziare l’adesione britannica alla C.E.E.       Il Consiglio Europeo      Al vertice di Parigi del 9-10 dicembre 1974 toccava rasserenare l’atmosfera, data l’impossibilità obiettiva per la C.E.E. di dare il previsto avvio alla seconda tappa dell’unione economica e monetaria: si raggiungeva un’intesa sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (F.E.S.R.) e sull’elezione a suffragio universale del Parlamento Europeo; i capi di stato o di governo decidevano di riunirsi in Consiglio Europeo anche tre volte l’anno ed ogni qualvolta fosse ritenuto necessario, insieme al Presidente della Commissione Europea, assistiti dai Ministri degli Esteri e da un membro della Commissione. Per trasformare la C.E.E. in Unione Europea veniva conferito al primo ministro belga Leo Tindemans l’incarico di elaborare un rapporto contenente le proposte già formulate dalla Commissione Europea, dal Parlamento Europeo, dalla Corte di Giustizia delle Comunità Europee e dal Comitato Economico e Sociale. Secondo il “Rapporto Tindemans” l’Unione Europea si sarebbe dovuta realizzare entro il 1980 ma, per una meta così ambiziosa, i tempi non erano ancora maturi.