Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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     Nel gennaio 1962 la politica agraria comune, elaborata a Stresa nel 1958, vedeva finalmente la luce con la creazione del Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e di Garanzia (F.E.A.O.G.). L’atmosfera era incoraggiante per cui il 14 gennaio 1962 il Consiglio dei Ministri dei “sei” deliberava, con effetto dal 1° gennaio 1962, il passaggio alla seconda tappa di integrazione prevista dal Trattato di Roma.
     Nel febbraio 1962 anche il governo spagnolo chiedeva di aprire negoziati in vista di un’associazione, seguito il 18 maggio dal Portogallo; il 30 aprile 1962 aveva fatto domanda di adesione anche la Norvegia; il 15 maggio 1962 il Consiglio aveva deciso di accelerare la riduzione dei dazi doganali all’interno del M.E.C.; il 30 luglio 1962 entrava in vigore la Politica Agraria Comune (P.A.C.).
     Malgrado tutti questi successi, le differenze d’opinione per un’unione politica si erano rivelate inconciliabili, per cui, alla Conferenza dei Ministri degli Esteri di Parigi del 17 aprile, si era deciso di sospendere ogni negoziato del genere.
     Preannunciato il 25 gennaio 1959, convenivano a Roma da tutto il mondo i partecipanti al Concilio Vaticano II che si apriva l’11 ottobre 1962 a San Pietro, le cui sessioni si concluderanno l’8 dicembre 1965, per cui uno spirito di ecumenismo rivolto verso nuovi orizzonti culturali e sociali pervadeva gli animi.
     

I veti della Francia

     I primi negoziati intrapresi per allargare la Comunità naufragavano clamorosamente: nel corso di una conferenza stampa, il 14 gennaio 1963, il Gen. Charles de Gaulle esprimeva i dubbi della Francia sulla volontà della Gran Bretagna di aderire alla C.E.E.: pochi giorni dopo, il 18, dato l’autorevole veto, venivano sospesi i negoziati con tutti i paesi che si erano candidati ad entrare a farne parte (Gran Bretagna, Irlanda, Danimarca e Norvegia). Dobbiamo dire che le perplessità, all’interno della Gran Bretagna erano vere: un partito (conservatori) era favorevole, l’altro (laburisti) nutriva molti dubbi per non dire contrarietà.