Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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     Una prospettiva più modesta, rispetto a quella brillante della C.E.D., tuttavia più aderente alla realtà: obiettivamente, il progetto della C.E.D. era molto ambizioso, per poter essere realizzato in tempi brevi.
     Il “Rapporto Spaak” servirà da base per i negoziati per l’istituzione della “Comunità Economica Europea” (C.E.E.) e della “Comunità Europea per l’Energia Atomica” (C.E.E.A. o Euratom), le quali saranno oggetto dei Trattati di Roma.
     Il 29 maggio 1956 i ministri degli esteri, riuniti a Venezia, approvavano il rapporto Spaak e decidevano l’apertura di negoziati intergovernativi ai quali i “sei” ed altri paesi europei erano invitati a partecipare: essendo intesi a realizzare delle nuove comunità e, quindi, delle nuove politiche comuni, la Gran Bretagna non vi aderiva e creava, in ottobre, una zona di libero scambio.
     Un poeta inglese, Stephen Spender, in una conferenza a Vienna (1956), evidenziava che i torti dell’Europa non le impedissero di affermare la propria funzione culturale nel mondo. Lo stesso anno i federalisti tenevano un Congresso del Popolo Europeo a Varese.
     Armando Saitta pubblicava, in “Movimento Operaio”, L’Idea d’Europa dal 1815 al 1870 (1956) e G.A. Castellani Storia e destino della borghesia europea (1956).
     Karl Jaspers, ne L’Esprit Européen (1957), collocava il suo teorema su libertà, storia e scienza; Reinhold Schneider, in un opuscolo Europa als Lebensform, evidenziava l’importanza della Pax Romana; Denis de Rougemont pubblicava L’avventura occidentale dell’uomo (1957).