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Il tentativo dei federalisti italiani di appoggiare la Comunità Europea di Difesa (C.E.D.), ossia il piano di René Pleven, avrebbe dato sbocco al primo concreto organismo sovranazionale, di portata veramente rivoluzionaria, essendo di vertice e non di scelta democratica e popolare; ma vi era chi gridava che si sarebbero scardinate le nazioni e si sarebbero corse pericolose avventure, mentre le sinistre paventavano la volontà guerrafondaia degli U.S.A. per armare gli europei dell’ovest contro la Russia ed i paesi del blocco sovietico. Comunisti, neutralisti, lavoratori, sindacalisti, erano tutti coalizzati contro i federalisti, tacciati di essere dei guerrafondai, così tra il 1952 ed il 1954 i federalisti della Germania Occidentale, della Francia, dell’Italia e del Benelux tentavano invano di convincere i rispettivi governi, ma il colpo definitivo veniva dalla Francia, dalla sinistra di Mendès-France e dalla destra di de Gaulle, per cui il governo italiano che, grazie a Carlo Sforza ed a De Gasperi, aveva approvato il piano, era costretto ad annacquare la politica estera europeista, orientandosi verso gli schemi nazionali tradizionali. |