Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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     L’unico modo, per risolvere elegantemente la questione, era quello d’inserire la Repubblica Federale Tedesca in un sistema europeo strutturato solidamente, vincolandola così sia sul piano politico che su quello economico.
     La Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (C.E.C.A.) si prospettava importante dal punto di vista economico, ma ancor più da quello politico, dovendo costituire il primo embrione di una federazione europea. Per la prima volta nella storia veniva proposto ai governi nazionali di delegare concretamente la loro sovranità, sia pur soltanto parzialmente, riguardo a dei problemi ben precisi e delimitati, ad un’ “Alta Autorità”, composta da personalità da essi designate ma indipendenti ed investite collettivamente di poteri propri, per consentire loro di prendere delle decisioni nell’interesse comune, vincolanti per gli stati membri. Rispetto al passato era un atto veramente rivoluzionario per la sua concretezza.
     In ottobre nasceva, su iniziativa francese, l’idea di creare la Comunità Europea di Difesa (C.E.D.): di fronte all’inquietudine mondiale, suscitata dalla guerra di Corea, ed alla conseguente crescita di tensioni tra oriente ed occidente, i paesi occidentali si vedevano costretti a rafforzare i loro dispositivi di sicurezza, integrandoci anche quelli della Repubblica Federale Tedesca; ma le ferite ancora laceranti dell’ultima guerra rendevano inaccettabile, soprattutto alla Francia, l’idea di favorire la riorganizzazione dell’esercito tedesco, per cui unica soluzione pareva quella d’integrare, anche militarmente, la Germania in una Comunità Europea di Difesa con obblighi uguali e garanzia di controllo (Piano Pleven). Basil H. Liddel Hart pubblicava a proposito Défense de l’Europe (1951).