Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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     Il 5 maggio 1949 veniva fondato il Consiglio d’Europa, un’organizzazione politica senza alcun riferimento, nel suo statuto, ad una federazione od unione, né era previsto trasferimento o messa in comune di parti di sovranità nazionale, ma solo unione più stretta: tutti i poteri al Comitato dei Ministri, le cui decisioni vengon prese all’unanimità (come per il Consiglio di Sicurezza dell’O.N.U.); l’assemblea parlamentare è dotata di poteri consultivi, non legislativi, può solo rivolgere delle raccomandazioni al Comitato dei Ministri che possono venire respinte anche per un solo voto contrario. I progetti approvati dal Comitato dei Ministri debbono essere poi ratificati dai parlamenti nazionali. Il Consiglio d’Europa è tuttavia un organo di cooperazione internazionale ed il suo contributo all’unificazione europea, specialmente nel sentimento di appartenenza ad una grande famiglia con un comune denominatore, non va sottovalutato.
     Il suo obbiettivo, creare uno stretto legame fra gli stati e promuovere lo sviluppo economico e sociale; dieci gli stati fondatori: Gran Bretagna, Francia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Italia, Irlanda, Danimarca, Norvegia e Svezia; poi se ne sono aggiunti altri, sino ad arrivare a 25 (Grecia, Turchia, Repubblica Federale di Germania, Austria, Cipro, Svizzera, Malta, Islanda, Portogallo, Spagna, Liechtenstein, Finlandia, San Marino, Ungheria e Polonia) e son state concluse convenzioni di economia, cultura, politica sociale e diritto: la più nota è la “Convenzione europea sulla salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali” (4 novembre 1950), istituendo anche un sistema di protezione giuridica, attraverso la “Commissione europea per i diritti dell’uomo” e la “Corte Europea dei diritti dell’uomo”.