Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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     Dal 1945 al 1953, gli anni di Adenauer, Schuman, Monnet, De Gasperi, Sforza, Einaudi, il federalismo diveniva quasi certezza. Nel convegno milanese del 1948 si dibatteva la questione dell’atteggiamento da assumere di fronte ai due blocchi facenti capo agli U.S.A. ed all’U.R.S.S.: veniva scelto, realisticamente, il blocco occidentale.
     Il Presidente degli U.S.A. Harry Spencer Truman firmava, nel 1948, l’European Recovery Program (E.R.P.) ed il suo ministro degli esteri esortava i vari stati ad unire i loro sforzi per la ricostruzione, promettendo un forte appoggio: con lungimiranza e calcolo politico veniva lanciato il Piano Marshall, ma i federalisti europei perdevano una grande occasione, non essendo sufficientemente organizzati.
     Per la gestione del Piano del Generale Marshall 16 paesi europei (esclusa la Gran Bretagna), nell’ambito delle organizzazioni internazionali europeo-atlantiche, davano vita all’Organizzazione Europea di Cooperazione Economica (O.E.C.E., attualmente denominata O.C.S.E.), con una convenzione firmata il 16 aprile 1948 fra 18 stati europei, gli U.S.A. ed il Canadà.
     In seguito al Piano Marshall il belga M.L.Lambiotte, consigliere di Spaak, scriveva, su “L’eco del Mondo”(1948), La moneta dell’unità europea, ricordando l’Unione Monetaria Latina del 1865.
     Quindi, con il Trattato di Bruxelles, nasceva l’Unione Europea Occidentale (U.E.O.) tra Francia, Gran Bretagna e Benelux, in funzione deterrente antitedesca, su base militare di assistenza reciproca e di consultazione politica.