Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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     Alessandro Herzen (1812-70) contrapponeva l’Europa alla Russia. Fiodor Ivan Tioutchev (1803-1873) era dolente si dovesse chiamare Europa quanto si dovrebbe appellare con il proprio nome: civiltà.
     Victor Hugo non andava al Congresso della Pace a Lugano (1872) ma inviava un messaggio che iniziava “Miei compatrioti europei”. La guerra aveva rimesso tutto in discussione: andiamo verso un’Europa cosacca, vandala, un impero o una repubblica, attraverso un’altra guerra od una rivoluzione? Non sapeva. Nel 1881 Victor Hugo rielaborava il proprio testamento, legando i suoi manoscritti alla Biblioteca Nazionale di Parigi “che un giorno sarà la biblioteca degli Stati Uniti d’Europa”.
     Dostoievsky iniziava a pubblicare (1876), unico redattore, una gazzetta, consacrando molte pagine ai rapporti tra Russia ed Europa, che poi riunirà in un libro: “noi russi abbiamo due patrie : la nostra Russia e l’Europa”, concetto che sarebbe stato ribadito da Dimitri Merejkowsky nel 1921. Dostoievsky osservava: “Schiller … prova che in un poeta europeo, … un pensiero originale … una forza attiva, non può mancare di divenire all’istante un poeta russo, non può sfuggire al pensiero russo, non può mancare di essere quasi una forza russa”. Tale era la sete della cultura europea! “Finis Europae …”, nei fratelli Karamazov, Ivan parla della sua prossima partenza per l’Europa: “io vado in un cimitero, ma il più caro di tutti”.
     Alberto Mario, riferendosi a Cattaneo, nel 1878 opinava che solo una guerra contro gli oppressori avrebbe portato agli Stati Uniti d’Europa.