Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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     Allo scozzese James Lorimer, che pubblicava un progetto federale, Bluntschli opponeva un piano più prudentemente confederale, una unione di stati sovrani, diretta da un consiglio federale rappresentante gli stati e da un senato rappresentante i popoli.
     Konstantin Frantz, filosofo e diplomatico prussiano, formatosi sotto l’influenza di Hegel e di Schelling, dal 1843 al 1848 aveva viaggiato molto nell’Europa centrale, per conto del proprio governo, e nel 1848 si era fatto sostenitore di una federazione mitteleuropea, idea che sviluppava anche negli anni seguenti; partigiano dell’unità tedesca di tipo federalistico, era anche teorico di un’unione di paesi centrali e nordici dell’Europa, inizio di una futura federazione mondiale a base cristiana; secondo lui la federazione futura esigeva delle istituzioni permanenti: indubbiamente aveva le idee molto chiare.
     Lo storico tedesco Léopold von Rance (1795-1886) inalberava il genio cristiano dell’Europa, mentre Ernest Renan (1823-92) viveva in un universo spirituale e storico in cui la preminenza dell’Europa nella civiltà mondiale non si sarebbe potuta mettere in discussione; la guerra del 1870 con le tragiche conseguenze del nazionalismo lo costringeva a riflettere anche per assurdo, “ il principio della federazione europea può offrire una base di mediazione simile a quella che la chiesa offriva nel medioevo”, come scriveva a David Strauss, ed in una conferenza del 1882 alla Sorbona si poneva il quesito di cosa si dovesse intendere per nazione.