Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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     Gli scritti di Mazzini addirittura traboccavano di europeismo: nel manifesto della “Giovine Europa” scriveva “L’Europa di domani sarà una confederazione repubblicana di tutti i popoli”, “L’Europa dei popoli sarà una” , “senza riconoscimento di nazionalità liberamente e spontaneamente costituite, non avremo mai gli Stati Uniti d’Europa”. Poco note sono le sue “Lettere Slave” sulla costituzione della federazione dei popoli slavi.
     Théodore Jouffroy (1798-1842) ragionava analogicamente, l’Europa cominciasse a essere una nazione, essendovi un’America, un’Asia, un’Africa: “è dell’unità dell’Europa contro queste masse e dell’equilibrio tra loro, che l’uomo deve ora occuparsi”.
     Europa avanguardia dell’umanità e Francia avanguardia d’Europa: ponendo al posto di Francia la parola Prussia, concetto analogo in Hegel!
     Melchiorre Gioia nelle Opere Minori (Lugano, 1834) dibatteva il Problema quali sono i mezzi più spediti, più efficaci, più economici per alleviare l’attuale miseria del popolo in Europa.
     Pierre Tchaadaiev, ufficiale della guardia, nel 1836 propugnava che la Russia si europeizzasse, ma lo Zar lo faceva dichiarare folle.
     Nel 1837 appariva la rivista degli slavofili, partigiani di un nazionalismo spirituale e culturale, avversari quindi dell’Europa, anche se essa s’intitolava proprio “Europa”, poiché il suo redattore capo, Ivan Kireievsky, identificava così l’egemonia nazionalista, come del resto facevano anche tutte le altre nazioni.
     Antonio Piola scriveva, per incarico di Carlo Alberto, Delle strade ferrate e della loro futura influenza in Europa (1838), esprimendo un parere favorevole. Michel Chevalier, Gustave d’Eichtal ed i fratelli Pereire (tutti discepoli di Saint-Simon) abbinavano l’espansione industriale con una vasta rete ferroviaria europea.