Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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Le Istituzioni di Saint-Simon

     Intanto Saint-Simon, dopo aver combattuto da giovane per gli Stati Uniti d’America, pubblicava (1814) un piano sugli Stati Uniti d’Europa, dal titolo “Della riorganizzazione della società europea, o della necessità di riunire i popoli d’Europa in un solo corpo politico, conservando a ciascuno la propria indipendenza nazionale”, redatto in collaborazione con A. Thierry e volto a dimostrare la necessità dell’unione politica dell’Europa: era un innovatore, poiché: a) rompeva con la tradizione (Du Bois, Sully, Saint-Pierre basati sulle alleanze dei principi che Metternich ed Alessandro avrebbero tentato di realizzare) e proponeva l’elezione di deputati europei da parte di corporazioni professionali; b) poneva il problema europeo sul terreno degli interessi comuni e dei solidi impegni, precursore così della tendenza istituzionalistica del secolo seguente.
     Il savoiardo Joseph de Maistre, antinapoleonista, già ambasciatore del Re di Sardegna a San Pietroburgo, era convinto che l’Europa fosse alla testa dell’umanità ed il sistema subordinato al papa, grande demiurgo, fondatore della monarchia europea, fonte di sovranità in Europa; demiurgia risalente a Socrate, a Platone, a Plotino, ma ormai, con l’illuminismo alle spalle, nessuno poteva più credere ad una teocrazia, nemmeno il più convinto assertore del mito di Jafet: lo scopo era di avvicinare al papa l’Imperatore di Russia, con un notevole salto culturale, molti erano favorevoli e ne erano orgogliosi, ma di mezzo vi era il protestantesimo.