Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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     Gli U.S.A. avevano preso modello dall’Europa: infatti il Generale de Mayer (m.1770) aveva scritto due tomi, “Les ligues Achéenne, Suisse et Hollandoise” ed “Etats-Unis de l’Amerique comparées avec les ligues …”, Ginevra, 1787.
     Ad Hamilton, Jay e Madison, autori del “Federalist”, ovvero del commento alla Costituzione degli Stati Uniti d’America, il Parlamento non era sufficiente arbitro del potere esecutivo; essi chiedevano perciò che lo stato assumesse una struttura federale in modo che la politica non potesse limitare l’autonomia del cittadino. Opera davvero imponente, se resiste ancora oggi, grazie alla quale negli U.S.A., per una serie di pesi e contrappesi, il Presidente gode di ampie prerogative contrapposte a cospicui controlli esercitati dal Parlamento.
     Il pensiero politico federalista era nato in polemica con la teoria dello stato sovrano accentrato ed assoluto, in quanto filiazione diretta delle correnti politiche liberali anglosassoni del XVII secolo.
     Gli estensori del programma federalista statunitense, basandosi su una salda preparazione giuridica ed economica di stampo anglosassone, erano animati dal desiderio di risolvere il problema dell’ampliamento dei poteri alla base e della limitazione di quelli ai vertici, superando la tripartizione classica di Montesquieu (potere legislativo, esecutivo e giudiziario, che è cardine anche della costituzione italiana), per un’equa ripartizione del potere, problema che si porrà sempre più nell’ambito dell’Unione Europea poiché l’istituzione più idonea a controllare le scelte d’indirizzo della Commissione Europea di Bruxelles sarà il Parlamento Europeo.