Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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     Sempre nel Decamerone il saggio ebreo Melchisedech rispondeva al sultano Saladino che lo aveva invitato a dichiarare quale delle tre religioni monoteiste ritenesse vera, l’ebraica, l’islamica o la cristiana: le considerava tutte e tre possibili e quindi si esprimeva verso di esse con profondo rispetto.
     Il concetto di tolleranza aveva avuto altri assertori nel corso dei secoli, autori di opere memorabili: Jean Bodin, Della repubblica (1576); Montaigne (1533-1592), Della libertà di commercio; Spinoza, Tractatus Theologicus-Politicus (1670); Locke, quattro Lettere sulla tolleranza (1689-1705); Lessing, Nathan il Saggio (1779); John Stuart Mill, La libertà (1854).
     Charles Lebrun (1619-1690) a Versailles rappresentava un’Europa marziale, una graziosa donna seduta sui cannoni, elmo con piume bianche, seno in una corazza d’oro, manto azzurro, in mano lo scettro, nell’altra la cornucopia, un cavallo, alcuni libri, uno stendardo, uno scudo. Andrea Pozzo, verso il 1694, a Roma, dipingeva la gloria di Sant’Ignazio nella volta della navata centrale della chiesa a lui dedicata e nei lati le quattro parti del mondo, tra cui l’Europa. L’Europa Galante, opera-balletto di Motte e Campra, rappresentata nel 1697, aveva per soggetto l’amore presso i diversi popoli europei.
     Sugli equilibri europei si basava la “Pace Perpetua” (1713) dell’Abate de Saint-Pierre, secondo cui i sovrani saranno sempre rappresentati in un congresso o senato d’Europa, in una città libera, e l’Unione sarà garante di tutto: menzionava più volte il trattato d’unione, varie unioni e l’unione europea.