Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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     Intanto Sebastiano Munster indicava, nella sua Cosmografia Universale (1544), un’Europa fertile e dall’aria temperata; Europa, Africa ed Asia sono ben delineate in un affresco della “carta del mondo” nella villa Farnese a Caprarola. La carta di Tolomeo era buona per quanto riguardava il Mediterraneo ed il Mar Nero, ma per il Baltico era incompleta. I naviganti norvegesi erano stati i primi a conoscere le coste settentrionali dell'Europa. Verso l’880 il normanno Othar aggirava la Scandinavia e scopriva il Mar Bianco, ma di questo arditissimo viaggio non si aveva notizie nel Sud Europa, dove solo alla fine del XVI sec. si aveva la certezza della Scandinavia come di una penisola che chiude il Mar Baltico. Era del 1427 la prima rappresentazione cartografica, anche se alquanto approssimativa, del Settentrione europeo (carta di Claudio Clavio, danese), migliore la grande carta di Olao Magno (1539), quindi l’inglese Chancellor, girando nuovamente a Capo Nord, riconosceva definitivamente il Mar Bianco (1553) e Burrough scopriva la Novaja Zemlja (1556). Volgendo altrove lo sguardo, il cosmografo Jean Fontenau (Jean Alfonse le Saintongeois) nel 1544 ammirava la tranquillità e saggezza cinesi, confrontata alle guerre e pazzie degli europei, nella sua opera che verrà pubblicata nel 1904. La cartografia nel rinascimento faceva grandi progressi: per esempio nel portolano del 1557 del portoghese Diego Hamen (Museo Navale di Venezia) Europa e Nord Africa sono ben delineate. Le scoperte geografiche ponevano l’Europa a confronto con diversi modi di vivere e di concepire la vita. Celebrando il viaggio di Vasco di Gama, Camoes cantava nelle Lusiadi (1572) l’epopea del Portogallo “cima della testa d’Europa” e diceva “povera Europa” alle prese con i turchi.