Carlo Piola Caselli
L'Unificazione Europea. Dalla leggenda alla realtà


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     Quanti santi ne hanno caratterizzato la storia e la cultura! Vitale a Ravenna, Gervasio ed Ambrogio a Milano, Giustina a Padova, Eulalia a Roma, Cecilia, Maurizio! San Colombano (irlandese) si rivolgeva a Papa Gregorio “fiore di tutta l’Europa”, a Bonifacio IV “capo di tutte le chiese d’Europa”. San Benedetto ne ha salvato la cultura, per cui è patrono dell’Europa Occidentale, mentre Cirillo e Metodio, inventori dell’alfabeto cirillico, sono protettori dell’Europa Orientale.
     Gli annali burgundi d’Avanches (VII sec.) riportavano spesso “Europa”; Sant’Isidoro di Siviglia, nella Cronaca dei Goti, diceva che tutti i popoli d’Europa tremavano davanti a loro; Geltrude, figlia di Pipino, secondo un biografo, era nota in tutta Europa; Pipino era indicato principe di numerose regioni d’Europa.
     Isidoro Pacensis osservava che, alla battaglia di Poitiers, capeggiata da Carlo Martello (732), gli europei coalizzati si contrapponessero agli arabi: una comunità continentale unita in un unico sforzo, non per il papato, ma per l’impero, non per una patria particolare, ma come membri di una grande famiglia.
     Il prete Catwulf lodava Carlo Magno, gloria dell’impero d’Europa, mentre il genero Angilberto lo additava tra l’altro apice dell’Europa; il nipote Nithard (figlio di Berta) scriveva: “il grande imperatore ha lasciato l’Europa intera appagata dalle sue bontà”.
     Infatti, per merito di Carlo Magno, erano state ristabilite tranquillità e ordine, sicurezza lungo le vie di comunicazione, agevolati i commerci. La scrittura “carolina” si era diffusa pressoché in tutte le cancellerie d’Europa.