Carlo Piola Caselli
Il taccuino di Ferruccio Parri sull'Europa (1948 – 1954)


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     Parri è stato il primo presidente del consiglio italiano del dopoguerra, essendo stato ritenuto il più indicato nel più difficile momento della storia dell'Italia, ha tenuto per quasi sei mesi la patata bollente in mano, sotto la Luogotenenza del Regno, ha cavato le castagne dal fuoco per tutti, poi, malgrado le sue capacità, non essendo un arrampicatore, non ha avuto altri incarichi come ministro, candidato presidente della repubblica nel 1955, pur avendo raggiunto i 308 voti, si ritira. Ha scritto Gerolamo Rovetta ne Il re burlone, quando incontra nei giardini della reggia di Caserta il figlio che studia le lingue, gli dice “ricordati, figliolo, che un buon monarca deve saper ben tacere in francese, in inglese, in tedesco e in italiano”.
     Parri, lo abbiamo sentito con le nostre orecchie, non solo ha invece sempre detto pane al pane e vino al vino, anche altri lo hanno fatto, o a destra o a manca, ma lui è andato ben oltre, non solo ha bacchettato persino i federalisti, il partito gli stava stretto, ma ha detto coca cola alla coca cola, vodka alla vodka, whisky allo whisky, cognac al cognac, birra alla birra. In tempi in cui c'era ben poco da scherzare.

     Roma, 9 maggio 2012