Carlo Piola Caselli
Il taccuino di Ferruccio Parri sull'Europa (1948 – 1954)


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     Parri esamina quindi la debolezza militare ed industriale italiana del momento. Se ha parlato di Europa Unita, nella quale crede fermamente “come unica soluzione logica” ricorda l'interesse verso di noi di altri paesi europei, alcuni addirittura confinanti con noi, Svizzera, Austria, Jugoslavia, con quest'ultima questioni ancora sanguinanti da superare. Incalza su una “formula europea per il riarmo tedesco”, “l'Europa stessa deve sapere organizzare la propria autonoma difesa”,”l'organizzazione di una comunità europea che possa avere la forza di esercitare una politica effettiva di pace”. Le risorse ci sarebbero, molti demani militari giacciono come patrimoni oziosi. Si provoca un po' di 'bagarre' in aula quando tocca il tasto del comunismo, che traduce in “regime sovietico in Italia” e la risposta ironica di
     Scoccimarro, “nella Bibbia non è scritto questo” al che
     Parri ribadisce “Ma c'è scritto nella storia recente” anche se questo, aggiungiamo noi, non interessa. (57)
     

La C.E.D.

     Col patto istitutivo della CED (Comunità Europea di Difesa) che verrà firmato il 27 maggio 1952 i vincitori restituiscono alla Germania la piena sovranità nazionale. Non solo, fiutata la grande portata della mossa degli europei, Stalin il terribile propone la riunificazione delle due Germanie da costituirsi in uno stato neutrale e smilitarizzato ma Adenauer, appoggiato dagli alleati, esprime il gran rifiuto.

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(57) ACS, bb. 128 e 129, fasc. 605 e 627, Atti, bozze di stampa, pp.31-39 e 40-48, ottobre 1951.