Carlo Piola Caselli
Il taccuino di Ferruccio Parri sull'Europa (1948 – 1954)


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     Priva di una risposta organica l'America, contraria l'Inghilterra, senza peso e sospetta l'Italia, rimane solo la Francia. La discussione a Palazzo Borbone sulle proposte di Pléven ha messo in luce le paure francesi e l'avversione alla creazione di un esercito tedesco. Se non vi fosse l'Indocina che dissangua la Francia ben più dura sarebbe la sua intransigenza. “E' anche in Indocina che gioca la strategia russa”.
     Il piano Pléven diviene inopinatamente caro ai federalisti continentali: autorità politica per dirigere un esercito europeo, il relativo controllo parlamentare, l'industria pesante, non occorrendo un grande sforzo d'immaginazione “per veder prefigurato un primo governo ed un primo parlamento federali d'Europa”. Ma preme l'America che ragiona in termini di invio di divisioni militari “l'insofferenza britannica che in Europa possano stabilirsi solidi e concreti vincoli intereuropei”.
     Il senatore riflette che, forse, “impostare ora il problema europeo come diretta ed immediata alternativa significa, per ora, respingere più lontano le prospettive di soluzione” ma osserva “Per ora che la pressione dei fatti abbia tratto questa impostazione nettamente europea, e necessariamente federale, fuori del piano della propaganda e dei congressi, proponendola ai governi come soluzione in atto, resta un evento grande”, l'inizio di un percorso.
     Parri accenna quindi alle mozioni europeistiche e federaliste che a giorni saranno discusse al Senato ed alla Camera, La “forza integrata” da allestire per il 1952 (contingenti europei continentali, con americani e britannici) quale primo argine “al riparo del quale può costruirsi e rafforzarsi un genuino esercito europeo” in un inquadramento che soddisfi i francesi, essendo le divisioni tedesche assai ridotte (due tra un anno e mezzo). Prevede che la soluzione sarà “un'intesa di fondo franco-germanica”, ironizza, “Forse Stalin ci aiuterà, ché la paura è sempre un formidabile argomento” a sollecitare una più “preveggente comprensione americana del problema politico europeo”. (49)

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(49) Parri, nell'ambito della voce di modernità di questo giornale sul Mezzogiorno, alla fine dell'articolo chiede spazio al “Mattino d'Italia” per un altro sulle conseguenze militari e generali che il problema europeo pone all'Italia. Nella medesima pagina, il quotidiano dà la notizia Togliatti ricoverato in clinica per malferme condizioni di salute, assistito dall'on. Leonilde (Nilde ) Jotti.