Carlo Piola Caselli
Il taccuino di Ferruccio Parri sull'Europa (1948 – 1954)


Pagina 54 di 83       

%


     Più sconfortante del lento passo inglese rispetto alla storia, appare il camminare a ritroso dei partiti socialisti europei del Comisco (Committee of the International Socialist Conference = Comitato della Conferenza Socialista Internazionale) che “hanno riconfermato il loro antifederalismo, anzi antieuropeismo di fondo”, inducendoli a respingere a priori ogni organizzazione federale europea priva dell'Inghilterra: rifiutare in toto una solidificazione europea. Sospettosi che l'apologetica cattolica che ritiene la Divina Provvidenza alleata a riconquistare l'Italia del 20 settembre ora voglia indurli a riconquistare l'Europa, percui la Germania sposti le lancette dell'orologio di Lando Ferretti od addirittura di Federzoni”. Ironizza l'osservatore “Come Guy Mollet collega di Schuman vada d'accordo con Guy Mollet collega di Morgan Phillips è arcano mistero”. Ma quella proposizione di Schuman di direzione e controllo dell'esercito europeo, in uno con l'industria pesante, può esser considerata come un vero e proprio primo governo federale continentale europeo. Insomma, vediamo che le prove di laboratorio non mancano.
     Ai primi di novembre si riuniranno, ospiti di Sforza, i ministri del Consiglio d'Europa “ed il 6 parlerà a Roma il cauto (anche troppo) presidente Spaak” ed il 17 è prevista l'apertura di una sessione dell'Assemblea a Strasburgo. Molti socialisti sono d'accordo e pensano con la loro testa, non con quella del partito.
     Mentre dapprima “La voce repubblicana” auspicava la comunità atlantica ma poneva l'accento anche su un'organizzazione politica europea, ora è più incisivo il partito repubblicano nel nuovo programma occidentale militare ed economico, arrivando ad un esercito comune, ritenendo che la pace nel mondo possa esser solo il risultato di una solida e vitale unificazione europea.