Carlo Piola Caselli
Il taccuino di Ferruccio Parri sull'Europa (1948 – 1954)


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autonomia / anche protezione inglese”, quindi ritorna sulla proposta Schuman, in difetto della proposta francese: “1) impasse della politica francese, europea, proposte contradditorie, incerta sorte unioni doganali ... nascente da mancanza ... autorità comune centrale / 2) impasse politica europea, generale ... dubbio esito passo Bidault? / 3) come forzare England a intesa? ... / 4) e come affermare Europa di fronte a America ... tendenza a svalutare incapacità europea (Europa aiuta ... ) / 5) ... proposta Bidault anche questa diretta a creare ente di protezione europea di fronte possibili incertezze USA / Problema Germania” e si pone dei problemi “- Trasferimento a un organo comune europeo di competenza di Ministeri naz(ionali) su sidero e carbone / -ma vi è ente politico; a chi risponderà / a un'Assemblea europea? Con quali poteri? ... Strasburgo? Entro quale organismo di governo s'inquadrerà? Consiglio ministri ... e con quale organo giurisdizionale? Corte europea? Aja? / - controllo coordinato investimenti”, infine dopo averci ragionato sopra approfonditamente “Prop. Schum(an) colpo d'ala proposta magistrale / colpire su punto massimo rendimento”. (43)
     Parri va quindi a parlare a Locarno, dove il 15 ottobre coglie l'occasione per rivolgere alcune costruttive critiche storiche, rievocando che proprio lì, 25 anni addietro, “a siglare accanto a Briand e Stresemann il trattato al quale l'Italia dava la sua garanzia vi erano altri italiani, rappresentanti di un regime”, “i quali ci hanno mostrato la vanità dei sistemi societari che lasciano intatte e inconciliabili le sovranità e le autarchie nazionali. All'accordo senza sanzioni, alla cooperazione precaria dobbiamo sostituire l'unione organica quale può essere assicurata dai legami federali che possono assicurare unità di direzione e autonomia nazionale”. “Non che Mussolini meditasse di tradire il patto”, ma vedevamo chiaramente che un regime dominato da uno spirito nazionalista “non poteva per la sua natura essere fattore di cooperazione internazionale, ma si sarebbe fatalmente rivelato causa permanente di turbamento europeo”, infatti seguì la sua legge fatale che lo portò in Etiopia ed a fianco di Hitler, ora “necessità di un'Europa unita come pilastro di una miglior organizzazione del mondo e della pace. Pochi paesi sono come l'Italia spiritualmente maturi per forme superiori di unione internazionale. E' ingiusto dire che l'unione è per le nazioni sconfitte una rivincita della sconfitta; è giusto dire che la sconfitta e la disgrazia ha meglio aperto gli occhi ad esse. Noi intendiamo quale rovinosa guerra civile sia stata l'ultima guerra europea e mondiale. Noi intendiamo che la rovina completa ci attende se le ferite recenti non ci insegnano a mutare completamente di strada”. “Per questo abbiamo salutato in Italia con entusiasmo il piano Schuman, magistrale colpo d'ala nel quale la Francia ritrova lo spirito di Locarno”. “I problemi della pace sono ora di scala mondiale, non più solo europei come ancora ai tempi di Locarno” allorché si iniziò la lotta clandestina contro il regime e son sorte nelle isole di deportazione “i primi piani per una federazione europea” ... “questa Svizzera ospita illuminata tutte le iniziative ed opere di pace”, “il nucleo del problema è ancora quello di Locarno. L'intesa della Francia e Germania, supporto dell'intesa europea, supporto della pace mondiale. Ancora oggi eliminare le cause di conflitto in Europa significa in sostanza eliminare le più pericolose ragioni di guerra nel mondo e forse eliminare del tutto la guerra”. (44) “E lo spirito deve essere ancora quello di Locarno: la riconciliazione tra i popoli”. (45)

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(43) ACS, b. 128, fasc. 603, ff. 9. Il termine England non va interpretato come sarcasmo, ma deformazione a trattare i problemi in varie lingue.

(44) Purtroppo non è così, quest'ultima frase è frutto di una visione del mondo pochissimi anni dopo la seconda guerra mondiale, quando si gioca un incisivo ruolo negli equilibri coloniali e postcoloniali dell'Europa, poi purtroppo nei decenni successivi i focolai di guerra nel mondo saranno oltre il centinaio. E' vero invece che l'Unione europea si raggiungerà con il consolidamento delle intese franco-tedesche.

(45) ACS, b. 128, fasc. 603, Europa recente, elementi economici e sociali, ff. 10 in it. e ff. 5 in fr., Locarno, 15.X.50; f. 1, anti Di Vittorio (Giuseppe), “chiedono mercato chiuso, non vogliono Schuman OECE ... protezionismo nazionale”; f. 1, Europa / (in) generale,“evitare cristallizzazione ... fratture E – W (Ovest) et guerra fredda”.