Carlo Piola Caselli
Il taccuino di Ferruccio Parri sull'Europa (1948 – 1954)


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     Il problema tedesco emerge dalle lettere del 9 agosto da Forte dei Marmi di Altiero Spinelli a Luciano Bolis, a Strasburgo, ed a Jacques Enock, del comitato esecutivo francese del Movimento Europeo, a Parigi.
     A Bolis acclude copia della lettera a quest'ultimo ed accenna a Simon, a nessuna delibera del comitato di Londra, alla riunione del Bureau exécutif del Movimento Europeo del 25-27 agosto a Strasburgo, di aver informato Parri, di ritenere meglio la presentazione coi tedeschi, ironizzando “Non capisco perché dici che non possiamo fare un passo coi tedeschi soltanto. Perché? Hanno la lebbra? O abbiamo noi la rogna? Ricordiamoci di essere nel 1950 e non nel 1945. Fare un passo federalista con loro ottima cosa”, “nel prossimo avvenire dovremo sempre più spesso fare dei passi insieme”. Ritiene infine che per il 26 bastino i nostri parlamentari e Zanetti.
     Con Enock si dice dispiaciuto della data 26-27 agosto per presentare all'Assemblea i risultati della campagna per il patto federale, poiché essa fissa un ordine del giorno e la presentazione delle richieste avrebbe dovuto aver luogo prima. I delegati tedeschi stanno per votare al Bundestag una risoluzione per la creazione di uno Stato federale. Italiani e francesi hanno firmato le petizioni per un patto di unità federale e la creazione di un governo e d'un parlamento europeo. Agire così può esser spettacolare, ma a discapito dell'esercizio di tutte le opportune influenze sui lavori della sessione. Tuttavia, avendo loro deciso di andare da Spaak il 26, lo prega di prender nota che i risultati della campagna si trovano riassunti nel documento che ha inviato al Consiglio francese del Movimento Europeo, a Ferruccio Parri e ad Enzo Giacchero. (40)

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(40) ACS, b. 223, fasc. 1833. Spinelli a Bolis tramite Parri, non avendogli precisato l'indirizzo; a Parri, presentazione a Spaak della petizione; ad Enock, Comité Exécutif Français du Mouvement Européen, Paris.