Carlo Piola Caselli
Il taccuino di Ferruccio Parri sull'Europa (1948 – 1954)


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     “Ossia, non alleanza temporanea, ma patti militari o diplomatici (come il Patto di Bruxelles), ma necessità di legare i nostri paesi con un'articolazione politica particolare – almeno in un primo tempo – all'Europa Continentale: un'articolazione federale permanente. Necessità, ma oggi più urgente che mai. Gli avvenimenti precipitano, ed esigono delle decisioni coraggiose, non dei tornei oratori.
     “Non so se questo pensiero federalista che si sta affermando nei nostri paesi possa provocare delle diffidenze sia nell'Inghilterra che nell'America, come se si trattasse di movimenti inopportuni che possano stornare l'attenzione e gli sforzi dei popoli europei dagli scopi urgenti posti dalle necessità del momento ... Prima di tutto, la struttura attuale della Comunità Atlantica non è, obiettivamente, sufficiente ai nostri bisogni ... La soluzione dei problemi sul piano degli interessi comuni è la sola maniera di rafforzare l'Europa e di sostituire nella comunità Atlantica un blocco vigoroso (strutture politiche non adeguate) ... (L'Italia appena unificata ebbe l'appoggio di Germania ed Austria), vecchio slogan “divide et impera” ... Mosca stessa non ama molto una federazione europea e si preferiscono i negoziati bilaterali piuttosto che una Federazione, se non si avrà rapidamente un'Europa contraente obbligazioni solidali, la comunità Atlantica si trasformerà in un impero americano e l'Italia avrà un regime di protettorato. Sicuramente i dirigenti accorti della politica americana preferiscono un'Europa solida.