Carlo Piola Caselli
Il taccuino di Ferruccio Parri sull'Europa (1948 – 1954)
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L'altra lettera, del 24 agosto, ci offre un'idea del clima del momento: avrebbe intenzione di fare una scappata di qualche giorno a Strasburgo, se ci si trovano i principali dirigenti non parlamentari (Freinay, Samlys, Coudenhove Kalergi etc.). I resoconti giornalieri (Le Monde, Neue Zurcher Zeitung e giornali italiani) si son mostrati molto pessimisti e quando non parla Churchill non danno molti dettagli, non si capisce quindi bene il contributo dei delegati italiani. Esprime però l'impressione che, comunque, qualcosa abbia cominciato a muoversi e l'Assemblea sia risultata più vivace e vitale di quanto il Comitato dei Ministri sperasse e desiderasse! (28)
Parri non perde occasione per parlare di ciò che gli sta a cuore: negli appunti per il discorso di Venezia sulla Resistenza, del 18 settembre 1949, troviamo, con anche delle reminiscenze storiche “questi duri anni che stiamo vivendo ci hanno fatto quasi improvvisamente, e vivamente ritrovar Mazzini” ma anche parole come “l'Europa annichilita” ... “La ricostruzione dell'Europa, ma nella sola forma organica capace di vitalità, cioè quella della Federazione” ... “Gli eventi successivi dal 1947 in avanti hanno reso più certa ... la diagnosi” ... “Mazzini ... la Giovine Europa”, dal 1847 ad oggi “nella storia d'Europa”. (29) A Venezia in questi giorni, dal 19 al 22 settembre, ha luogo anche il 3° Congresso Parlamentare Europeo. (30) Si intersecano anche degli altri appunti, forse da lui stesso in parte riciclati, per un altro discorso del 21 settembre, sempre nella bellissima città lagunare, dove leggiamo, tra le altre, le seguenti parole: “problema pace” ... “allora vedevamo lotta in campo nazionale, ora in campo internazionale”, quindi problema dei giovani, in Germania, in Italia, Strasburgo, Venezia, Germania, crisi sterlina, 1947, “paesi europei ... in quadro mondiale”. (31)
(28)
ACS, ibid., facciate 2.
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