Carlo Piola Caselli
Il taccuino di Ferruccio Parri sull'Europa (1948 – 1954)


Pagina 29 di 83       

%


     “Resto nel campo economico per non sconfinare dal tema. Ma è chiaro che queste intese hanno valore e vitalità solo se sono proiezione di una volontà più profonda di unione. La quale deve trovare insieme le sue forme politiche e giuridiche, perché la salvezza dell'Europa, e delle sue Nazioni, può essere garantita solo dall'unità dell'Europa. Questa vorremmo fosse l'idea direttrice della politica italiana. Vorremmo soprattutto che fosse operante.

     Ferruccio Parri”
(21)
     

O.E.C.E ed E.R.P.

     Riprendiamo a filtrare gli appunti manoscritti, cercando di dar loro solo un minimo di organicità in termini europei, rispettando al massimo come sono scaturiti dalla mente dello statista: “al regime di guerra fredda è succeduto in Germania un regime d'armistizio freddo ... segna la rinuncia da parte della realistica politica russa al notevole valore che Mosca assegnava al blocco di Berlino ... non che Mosca abbia rinunciato agli obiettivi di fondo” ... “non credo né alla dilazione ventennale che l'on. (Arturo) Labriola ha benevolmente concesso” né “alle previsioni apocalittiche di parte comunista”, raccomanda di non perder tempo “ad organizzare con opere positive la pace”, gli avversari del Patto Atlantico “si servono polemicamente del piano di riarmo europeo, ora in discussione presso il Congresso americano” ... “che non sposterà molto la enorme distanza tra l'efficienza bellica dell'Unione Sovietica e quella dell'Europa occidentale” ... “noi non firmiamo un labile pezzo di carta senza importanza; noi sottoscriviamo un indirizzo permanente e fermo della nostra politica internazionale” ... “in termini concreti non vedo come avrebbe potuto reggere un'Italia neutra e isolata ... che non gode purtroppo delle condizioni della Svizzera e della Svezia” ... “non un migliore trattato di pace: le ingiustizie ch'esso sanziona sono dipese dal contrasto tra Mosca e l'Occidente, e dall'angustia di vedute dei vincitori” (22) ... poi soggiunge Trieste e la Venezia Giulia ... le colonie ... politica di espansione del lavoro italiano ... piano Marshall ... “intese di lavoro e scambi con il mondo orientale sono utili” e “saranno più facili e fruttifere se negoziate collettivamente da un Occidente europeo economicamente organizzato” ... “ dal primo affacciarsi della iniziativa Marshall conduce al P(atto) A(tlantico), che nella storia di questo gigantesco tentativo di organizzazione d'un mondo rappresenta un momento di definizione e solidificazione politica e militare” osservando la coincidenza del Patto “con l'area economica dell'OECE quasi a significare la sua trasposizione in termini politici e militari” ... “l'esperienza sinora fatta dall'OECE permette già di affrontare” i problemi dell'ERP “nel suo duplice aspetto, sulla necessità di proseguire gli sforzi nella via di un coordinamento organico dell'economia europea e della difficoltà, se non impossibilità, di una vitalità autonoma dell'Europa occidentale” ... “chiedere sforzi grossi e prolungati ... ma non insolubile se vi è una volontà determinata europea ed americana” ... “una necessità vitale, quasi fisica, sollecita questo mondo europeo-atlantico ad organizzarsi secondo una linea di crescente unità” ... “non è il P.A. che divide il mondo”. (23)

* * *

(21) ACS, b. 127, fasc. 589, Sull'Unione doganale Italia-Francia, dattiloscritto, ff. 4.

(22) Carlo PIOLA CASELLI, L'archivio segreto di Carlo Adamoli, in www.adamoli.org .

(23) ACS, b. 125, fasc. 587, Europa federazione scelta atlantica, ff. 18; in altri fogli II,1-3 sono menzionati: on. Epicarmo Corbino, Costituente (25 giugno 1946 – 31 gennaio 1948), 1.a Repubblicana (8 maggio 1948 – 4 aprile 1953), unione doganale italo-francese praticamente inoperante.