Carlo Piola Caselli
Il taccuino di Ferruccio Parri sull'Europa (1948 – 1954)


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     “La quale ha dunque l'apparenza di una 'fiche-de-consolation' a sfondo politico. Una dimostrazione diplomatica di buona volontà. Ma se questa buona volontà non è una velleità effimera, ed intende anche soltanto fornire la indicazione di un orientamento, mi sembra meglio abbandonare progetti così inattuali, e di così scarso fondamento il cui insuccesso può riuscire assai dannoso. Converrebbe piuttosto per quanto riguarda la Francia indirizzarsi verso lo studio di intese parziali e definite. Ma è ancora più necessario orientare la nostra politica economica internazionale su visuali più organiche che comincino a considerare come un tutto l'area industriale – carbone, ferro, produzioni chimiche – dell'antica Lotaringia. E concorrono a promuovere più ampie comunioni d'interessi, sempre di oggetto particolare, e sempre evitando che si risolvano in semplici estensioni o ricostituzioni di antichi cartelli monopolistici.
     “Le unioni doganali, od una unione doganale su un'area più vasta, varia d'interessi e quindi di complementarietà, può essere il punto di arrivo di una assai faticosa elaborazione, non il punto di partenza. E deve essere ovviamente preparata da accordi fondamentali relativi al regime delle valute e degli scambi. Questa è la materia da studiare sin d'ora: studiare per preparare il terreno e render effettive appena possibile le affermazioni europee dei sedici, oltre alle conclusioni della conferenza di Ginevra.