Carlo Piola Caselli
Il taccuino di Ferruccio Parri sull'Europa (1948 – 1954)


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     Anche Il Nuovo Corriere della Sera pubblica un'intervista con il sen. Parri, (17) di passaggio a Firenze, con un articolo intitolato L'Italia, l'Europa, la pace. Sforza ha accennato, alla Camera, al Patto di Bruxelles ed alla possibilità che possa esser aperto ad altre aderenti: alludeva all'Italia? Parri risponde che a giorni Sforza spiegherà alle commissioni degli esteri di Camera e Senato il reale significato delle proprie parole, potrebbe anche esser stata una provocazione per esaminare gli effetti sull'opinione pubblica: non sono guerrafondai coloro che vorrebbero l'Italia allineata, le condizioni militari e diplomatiche di essa, il “pericolo mortale dell'isolamento in una situazione mondiale di frattura” non consente illusioni. Ripete che una scelta politica l'abbiamo fatta, accettando il piano Marshall. “Il Patto di Bruxelles peraltro è un'altra cosa, è un blocco politico militare a direzione ... più anglo che francese nel loro intento di far un ponte militare ed industriale con l'America. Un patto di difesa, d'intimidazione, non di guerra, come interpretano i comunisti. Ma mentre noi nulla vi aggiungiamo, anzi militarmente lo indeboliamo, a sua volta non ha possibilità di garantirci”. “Io cerco la soluzione al problema internazionale dell'Italia”.
     L'intervistatore allora incalza “Cioè, lei pensa ad una unione europea?”. Parri “Sì, certo. E più precisamente ad una Federazione Europea. E' una vecchia tesi mia, e non solo mia. Una Federazione di stati, anzi di popoli; una Federazione democratica: cioè eguaglianza di responsabilità, sufficienti poteri sovrani al centro. Una Fondazione che prende senso Europeo solo se Italia e Germania vi portano il peso dei loro popoli e dei loro interessi: una Federazione nella quale, e nella quale soltanto, può inquadrarsi la Germania e risolversi il problema tedesco, che è al fondo da un secolo di tutti i guai d'Europa”.

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(17) Parri è senatore della prima legislatura repubblicana (8 maggio 1948 – 4 aprile 1953), quando vien creato il gruppo parlamentare italiano per l'unione europea, presieduto da Enzo Giacchero per la Camera e da Ferruccio Parri per il Senato, ecco perché risulta così 'professionalmente' molto addentro alle questioni europee. Sergio PISTONE, La lotta del Movimento Federalista Europeo dalla Resistenza alla caduta della Comunità Europea di Difesa nel 1953, in AAVV, “I movimenti per l'unità europea 1945-1954”, Milano, Jach Book, 1992. Dalla scheda del Senato (I Legislatura 1948-1953) relativa a Parri, limitandoci agli incarichi con valenza internazionale, rileviamo i seguenti: III Commissione permanente Affari Esteri e Colonie (17.VI.48-24.VI.53), IX Commiss. perm. Industria, Commercio interno-estero e Turismo (2.VIII.51-1.X.51), Commissione parlamentare per il parere sulla nuova tariffa generale dei dazi doganali (2.II.50-24.VI.53), Membro dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa (27.VII.49-24.VI.53), Rappresentanza del Parlamento Italiano all'Assemblea della C.E.C.A. (21.VII.52-24.VI.53).