Carlo Piola Caselli
Il taccuino di Ferruccio Parri sull'Europa (1948 – 1954)


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Il Patto di Bruxelles

     Sul Corriere del Popolo, quotidiano indipendente di Genova, verso gli inizi dell'autunno del 1948 Parri scrive un articolo intitolato Patto di Bruxelles o Unione Europea? che ci conviene leggere insieme, per tutte quelle sfaccettature che lo statista mette in luce. Esordisce criticamente, essendo sull'orlo del precipizio, addirittura di una guerra, tra l'indifferenza dei più, i quali dovrebbero porsi il problema sia sul piano militare che su quello degli approvvigionamenti, ma sembrano attratti maggiormente dal problema delle colonie e dalle cronache della contessa Bellentani. (16) Ma se non altro un movimento europeista si è quasi rigogliosamente affermato: il governo ha assecondato questi sforzi, poi l'atmosfera si è rarefatta nel silenzio. Il ministro degli esteri Carlo Sforza, parlando alla Camera, è stato chiaro: il problema primario dell'Italia è di uscire dall'isolamento, il quale è impotenza ed alla lunga diviene asfissia e suicidio.
     Come leggiamo chiaramente in questo autorevole articolo di fondo, il ministro ravvisa nel patto politico-militare di Bruxelles la possibilità di elaborare una trasformazione organica più ampia, tendente ad un'Unione Europea. Questo tema è stato subito colto e sviluppato da Antonio Calvi sulla Voce Repubblicana, contraddetto acutamente da Aldo Garosci e Paolo Vittorelli su Italia Socialista e da questo spicchio di stampa. Parri si domanda se l'indicazione di Sforza rispecchi l'orientamento del governo. “Saragat si è affrettato a dissentire formalmente e fermamente: Federazione sì, adesione al patto anglo-francese no”. Ma la crisi latente di governo è più profonda. “Marasma, equivoco, sonnolenza sono peccati mortali per uomini politici responsabili”. Ora è sul tappeto il problema internazionale, essendo “tramontata irremissibilmente l'epoca delle economie e delle politiche nazionali chiuse” ... “La storia ci trascina necessariamente verso unificazioni” ... “si annuncia fatale il tramonto delle sovranità nazionali. Unità democratica e non unità di Hitler: ed inutile la vittoria su Hitler e tanta strage se questo obiettivo sarà fallito”.

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(16) Pia Caroselli sp. Bellentani nella serata tra il 15 ed il 16 settembre 1948 ha sparato, a villa d'Este, a Cernobbio, per gelosia, al suo amante, uccidendolo, percui il caso ha suscitato molto scalpore.