Carlo Piola Caselli
Il taccuino di Ferruccio Parri sull'Europa (1948 – 1954)


Pagina 4 di 83       

%


     La sua prima parola è comunque per l'Istituto, nell'ambito della cultura, quindi qual miglior occasione per parlar di “senso di comunità, solidarismo contrattualistico che porta a federazione”, ricordare Mazzini ed il Risorgimento, essendo stata la Svizzera asilo di esuli anche nel 1898 e nel 1943, dove “si elaborano idee per domani: gruppi federalisti”, “riforma ordinamento regione come strumento per Europa”, “vostra formula neutralità consona Europa XIX ... però insufficiente di fronte a Napoleone” ... “ora ciclo nuovo; vita mondiale; storia mondiale / ombrello europeo; non mondiale / non perpetuo / problema sicurezza per Europa / di contro mistica neutralità” ... “leghe di neutrali: meridionale? Salvatorelliana? di Lippmann soluzione USA, non Svizzera” ... “sorte d'Europa e sorte Svizzera”, “o Europa autonoma o semicolonia / forza di pace; necessità organizzare pace / problema tedesco” ... “Ingh(ilterra) non Europa ... USA, disillusa di Europa” ... “ma c'è di mezzo Sarre, Ruhr necessita soluzione europea dunque necessità passi avanti decisi ora / se no vedo brutto ... preferibile parlarsi chiaro ... creaz. 3 forze europee” ... “paternalismo ... alla Franco, alla Salazar / ma allora caliamo sipario / e per Europa! Scomparsa, decadenza: come Spagna; eclissi secolare?” ... “lotta ... ora Europa”. (4)
     Altri appunti dedica Parri alla Svizzera in relazione all'Europa, tra passato, presente e futuro. Scorriamoli, per delucidare il suo pensiero: “paese della libertà”, “culla di una antica democrazia”, di idee anticipatrici, Rousseau, Mazzini, Giovine Europa, Cattaneo, pensa agli USA, all'Europa, ai ricordi risorgimentali, alla “preparazione federalista: Rossi, Spinelli”, “Reale, Ruini” ... “Europa ... organizzazione europea”, “Svizzera e altre nazioni europee” si trovano come secoli or sono le vostre comunità, “Europa ... fiaccata da guerre, inermi tutte (le) nazioni europee / pigmee, in pericolo tra enormi concentrazioni” tra Mosca e New York, tutte esposte ad esser frantumate, travolte, “società / nazioni pagano duramente / Italia pagato caro”, “partecipazione svizzera a movimento federalista ... riluttanza visibile di Governi a prendere impegni”, ricorda che dal 1848 la neutralità le ha consentito il gioco delle alleanze e dell'equilibrio, ma già due lezioni drammatiche e tragiche, quando nel tentativo del dominio unitario dell'Europa, prima Napoleone e poi Hitler e Mussolini, pensa che l'Inghilterra abbia pagato per la propria lentezza ed il peso dei propri interessi, “isolamento buono per un secolo non è detto buono in perpetuo”, “ombrello buono per tempesta europea, non più per tempesta mondiale”, “buono per storia Europa ... frazionata / non buono per epoca mondiale”, “come per tutta Europa si pone problema sicurezza, così per Svizzera, che non si può dissociare da Europa”, “piano Lippmann non astratto ma non risolve problema”, “inscindibilità sorte svizzera su tutto da Europa occidentale” ma “USA non abbandona Europa ... allora dilemma: o Europa occid. surroga rapidamente forza autonoma o diventa semicolonia USA”, occorre perciò “contribuire a costruire Europa federata, capace (di) politica difesa unitaria ... organizzare pace” poiché “mentre Europa ha conosciuto paurosa caduta tenor (di) vita ... Sviz(zera) ... forse accresciuto” ... “paesi del piano Marshall”, “ora risanamento non più affare singoli paesi, ma per paesi piano Marshall, affare comune” percui avendo la Confederazione aderito ad esso è segno della coscienza di appartenere ad una comunità europea, indicando una netta e chiara linea di evoluzione, essendoci in corso anche un lavoro in campo doganale, quindi, tra gli ultimi accenti, la “corte di giustizia internazionale” ed “Europa ancora vivrà e (speriamo) farà”. (5)

* * *

(4) Archivio Centrale dello Stato, Carte Parri, (d'ora in poi ACS), b. 128, fasc. 598, ff. I-V.

(5) ACS, b. 128, fasc. 598, ff. 1-13; altro f. 1: “dono forse maggiore che noi Italiani e noi Europei in questi anni critici di crisi mondiale” è il dovere alla Svizzera la lezione di una vita pubblica civile ed ordinata.