Europa tra sacralità e dissacrazione
di Carlo Piola Caselli

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      Non stiamo ad enumerare tutte le rappresentazioni di Europa essendo, solo quelle note pervenuteci, dell'antichità, oltre duecento.
      Diamo uno sguardo alle monete cretesi di Gòrtina, una con il platano a lei dedicato (fig. 1) e l'altra (fig. 2), assai significativa, della simbologia lunare in cui viene raffigurata, contrapposta alle fiamme solari (concave, anziché convesse), e di Festo, ricordiamo quelle di Tiro e di Sidone, oppure, in età a noi contemporanea i “2 euro” greci, con lei sul toro, immagine tratta da un mosaico di Sparta; possiamo mettere in primo piano quel gentile e soave senso di sacralità sacerdotale, infuso dal cosiddetto “pittore di Berlino” al cratere di Tarquinia (figg. 3 e 4) , da non confondere con la dinamica delineazione sul toro trottante (fig. 5) nell'idria anch'essa di Tarquinia, oppure quella decisamente improntata alla regalità nella metopa di Selinunte (al Museo di Palermo) o nella terracotta greca del Louvre (fig. 6); altre opere degne di nota sono il mosaico di Aquileia, in una stilizzata nudità, il vaso di Asteas (fig. 7), molto poetica nella marcata seminudità del mosaico di Creta, mentre fanciulla e divino animale appaiono scattanti in quella di Byblos (a Beirut) o nel vaso del British Museum (fig. 8). Plastico, il gesso del Museo Europeo, con il toro avente la coda di tritone, e la giovane rappresentata in una disinvolta nudità naturalistica (fig. 9).


figura 1


figura 2


figura 3


figura 4


figura 5


figura 6


figura 7


figura 8


figura 9