Il Museo Europeo

di Carlo Piola Caselli

     Quando abbiamo costituito il Museo Europeo, come si legge nella circolare del dicembre 1991, abbiamo voluto porre la vasta cultura dell'antico continente al servizio dell'umanità.
     In questi ultimi anni l'Europa è diventata una struttura che fa testo in tutto il mondo, dalle piccole alle grandi nazioni, alle confederazioni di stati, per tutti gli organismi internazionali. Ormai, è una realtà piena di prospettive, basti pensare al dialogo est-ovest, per cui occorre fare gli europei: è quindi necessaria una riflessione, su tutto il bagaglio culturale che abbiamo ed il patrimonio storico che ci riconosce tutto il mondo. L'idea del Museo Europeo è nata dalla realtà: quando il suo fondatore è stato portato, da bambino, a Milano, una città duramente colpita dalla seconda guerra mondiale, ha riflettuto, vedendo tante macerie, sulla necessità di una diversa impostazione delle relazioni internazionali, predisponendosi così a recepire i primi tentativi di unificazione europea, come per esempio la firma dei "Trattati di Roma" in Campidoglio, trasmessa in televisione, iniziando a raccogliere del materiale informativo, chiedendolo a Bruxelles ed accrescendolo.
     In questi decenni, l'Europa ha subito molte trasformazioni, l'intesa tra i sei stati ne ha coinvolti altri divenendo dapprima nove, poi dodici, infine quindici, la Germania si è riunificata, son stati discussi e poi firmati i “Trattati di Maastricht", ora i Paesi che compongono l'Unione Europea sono ventisette, molti dei quali fan parte dell'area dell'euro: intanto, tutto il materiale raccolto è divenuto un repertorio di antropologia culturale ma, trattandosi di importanti testimonianze evolutive, appare strumentazione da museo, per proiettare meglio l'Europa nel futuro.
     A lato del Museo Europeo esistono un Archivio ed una Biblioteca, che fungono da "polmoni" di esso, e sono previsti vari laboratori. Si è deciso di mettere a punto una banca dati ed intanto son state predisposte delle selezioni del materiale in dotazione. In due semplici parole, "Museo Europeo”, comprensibili in tutto il mondo, son racchiusi, come in una molecola, migliaia di anni di storia, di progresso scientifico, di civiltà, di cultura, sintetizzando nel frattempo un anelito di fratellanza. Il museo europeo ha avuto una delle prime espressioni quando Paolo Giovio, nel rinascimento, ha voluto riunire i ritratti di importanti personaggi di tutta Europa; poco dopo, Cassiano dal Pozzo, accademico dei Lincei, ha promosso la creazione di un cospicuo "museo cartaceo" di codici e disegni, raffiguranti antichità, arti e scienze, sulla scia di Leonardo e di tanti altri, mentre Lelio Guidiccioni, nella prefazione dell' "Eneide", diceva di ravvisare nel poema virgiliano una concezione di museo. Poi Comenius, nel rinnovamento degli schemi pedagogici, suggeriva un'impostazione squisitamente educativa di quello che denominava testualmente il Museo Europeo", mentre Tommaso Campanella prevedeva delle raffigurazioni parietali sulla scienza e sulla tecnica, che troviamo anche nelle aule del "Collegium Maius" di Cracovia.
     Son stati redatti gli statuti del "Comitato Promotore per la Fondazione del Museo Europeo" traendo ispirazione da quelli inviatici dalle più importanti fondazioni internazionali, in base agli artt. 39-41 del Codice Civile italiano.
     Il Museo Europeo è in sintonia con i quattro settori contemplati dall'art. 128 del Trattato di Maastricht (integrato con la "Risoluzione sulla politica comunitaria nel settore culturale") :
     1. La promozione di un'integrazione culturale, rispettosa delle diversità nazionali e regionali, evidenziando nel contempo il retaggio culturale comune.
     2. Le azioni comunitarie, intese ad indirizzare la cooperazione tra gli stati membri, son particolarmente recepite dal Museo Europeo.
     3. Il Museo Europeo si rivolge a tutti i paesi, i quali vogliano incontrarsi con l'Europa e la sua cultura storica, artistica e scientifica.
     4. La cultura deve divenire un cardine fondamentale dell'azione europea, dovendo essa assumere una dimensione globale.

     Perciò, cosa di meglio che un Museo Europeo vivo, con un occhio al passato ed uno al futuro, per dar coscienza ai cittadini del continente di un'identità, di un sentimento di appartenenza comunitaria, aperta all'integrazione tra l'Europa dell'Ovest e dell'Est? Persino per gli europei oriundi di altri continenti, il Museo Europeo può divenire un faro di cultura e di orientamento. Promuoviamo inoltre degli scambi culturali con il resto del mondo, purché vi sia reciprocità, nel far conoscere più approfonditamente la cultura europea.
     Nel 1992 il Museo Europeo è stato invitato, dal Ministero della Cultura della Grecia, a realizzare le "Manifestazioni Alfieriane", avendo Vittorio Alfieri ambientato nell'Ellade molti suoi capolavori, articolate in una mostra ed in una serata alla Casa di Cipro di Atene, dove il Segretario Generale del Ministero della Cultura ellenico, Panagiotis Foteas, commentando "La Tirannide”, ha fatto un nutrito intervento sul concetto di libertà e sulla precarietà di essa in varie parti del mondo, rendendo il nostro autore particolarmente vivo e di grandissima attualità. E' poi seguito un convegno, che abbiamo realizzato con il Centro Nazionale di Studi Alfieriani di Asti.
     L'argomento che abbiamo affrontato nel 1995, sull'origine degli alimenti, ha fatto scaturire una poliedricità di angolazioni inconsuete, sul grande patrimonio storico-culturale, legato alla vita quotidiana. Il Museo Europeo è divenuto così anche mediatore interdisciplinare tra i grandi personaggi del passato, in questo caso per lo più scienziati, filosofi, economisti, e le attività collaterali, quali l'allevamento e la pesca, nonché la storia dell'alimentazione che, essendo intesa a soddisfare ai bisogni umani, ci porta a rivolgerci a tutti, come deve esser negli intenti di un museo vivo.
     L'Europa, attraverso il suo patrimonio culturale e tecnologico, può rendersi attiva nell'affratellare i popoli di tutto il mondo, poiché le arti, le scienze e la tecnica sono un patrimonio di tutta l'umanità.
     L'Italia, culla dell'umanesimo, propaggine dell'Europa al centro del Mediterraneo, crogiolo di antichissime civiltà, area di commerci tra l'oriente e l'occidente, tra il nord ed il sud, è sempre stata luogo di incontri, di scambi non solo monetari, ma anche di idee: esse, quando se ne faccia buon uso, sono il più bel patrimonio per l'uomo poiché, mentre gli scambi monetari rappresentano un mero baratto, gli scambi di idee fanno lievitare una vera ricchezza.
     Ecco perché il Museo Europeo, con i suoi repertori interdisciplinari, che ne fanno una specie di "museo dei musei", essendo il punto di riferimento di tanti popoli, con tante lingue, alfabeti, religioni con altrettanta storia, con varie abitudini e con costumi estremamente differenti, essendo collocata, l'Europa, dai ghiacciai del settentrione alle sponde più infuocate, può esser ritenuto un ente morale veramente utile per chi voglia dissetarsi alla fonte del sapere, nel rispetto verso questa biodiversità culturale che è Patrimonio dell'Umanità.
     Il Museo Europeo ha aderito con entusiasmo all'invito del Museo Lombardo di Storia dell'Agricoltura a contribuire ad allestire, nel Castello che lo ospita, la mostra su "Le origini degli alimenti e la loro conservazione nel mondo", incastonata nelle "Celebrazioni nel Lodigiano per il Cinquantenario della F.A.O.” svolte nel quadro e sotto l'egida del Comitato Nazionale per la Giornata Mondiale dell'Alimentazione, articolata anche con una sessione scientifica sull'argomento "Nutrire il Mondo" a Sant'Angelo Lodigiano, in questa cittadina di grande interesse storico, ripetutamente menzionata da Francesco Guicciardini nella Storia d'Italia.
     Questi luoghi son stati culla dell'illuminismo italiano: in particolar modo quello lombardo e napoletano sono l' "alter ego" dell'illuminismo francese e di tutta Europa. Infatti, artisti, letterati, musicisti, filosofi, economisti, diplomatici, scienziati, tecnici, esploratori son stati i degni emuli dei loro colleghi d'Europa, nomi che s'irradiano in tutto il mondo, per quel linguaggio comune che sono in grado di esprimere soltanto i grandi personaggi, laddove quello che hanno detto e fatto, facendo testo, è divenuto universale.
     Tutto il mondo ha, dall'Europa, una grandissima eredità, in quel connubio tra teoria e pratica, per cui tutti hanno potuto attingerne con profusione. Ordunque, cerchiamo insieme le risorse che l'Europa ha da parte, traiamone saggiamente profitto, in maniera viva, concreta, attiva, per crescere meglio, facendo tesoro dei valori morali di cui è dotata poiché, solo cosi, attraverso un'etica nuova, ponendo la struttura del Museo Europeo al servizio dell'uomo, in un afflato tra spirito e materia, tra valori spirituali e bisogni materiali impellenti, possiamo offrire veramente qualcosa, da questa nostra "realtà virtuale" dell'Europa, di cui l'umanità possa aver bisogno.

    Carlo PIOLA CASELLI