Carlo Piola Caselli
La Comunità Europea di Difesa


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     Malgrado l’insuccesso, ricordiamone la genesi: il 28 marzo 1947, con risoluzione del Consiglio Economico e Sociale (organo delle Nazioni Unite) era stata creata la Commissione Economica per l’Europa (E.C.E.), tendente ad una cooperazione economica, militare e politica. Il 17 maggio 1948 Gran Bretagna, Francia e Benelux avevano fatto un patto (Trattato di Bruxelles), di assistenza militare, che prevedeva collaborazione politica, economica e sociale e, in seguito al fallimento della CED, si trasformava, il 23 ottobre 1954, nell’UEO, alla quale aderivano anche Repubblica Federale Tedesca ed Italia. Malgrado questa metamorfosi, era chiara l’impasse europea derivatane: l’unica ad andare avanti, nella sua “realpolitik”, era la CECA.
     Finalmente, la Conferenza di Messina (giugno 1955) sbloccava la situazione, incaricando un comitato intergovernativo di studiare la possibilità di creare un Mercato Comune Europeo (MEC) sotto forma di unione doganale, estendendo la collaborazione allo sviluppo pacifico dell’energia atomica. Si arrivava così ad elaborare, nel castello di Val-Duchesse, in Belgio, i testi dei trattati di Roma, firmati solennemente in Campidoglio il 25 marzo 1957, istituenti la CEE e l’ Euratom.
     Chiudiamo questo libro ed apriamone un altro, per meglio capire l’effetto paradossale della questione europeistica: possiamo infatti leggere, di Lucio Levi, Altiero Spinelli fondatore del movimento per l’unità europea dove, proprio nelle ultime pagine del saggio rivela che questi denunciò la contraddizione insita nella proposta della CED di creare un esercito europeo senza un governo centrale, con il concorso di De Gasperi, di cui guadagnò il consenso, riuscendo a mettere in moto un processo costituente, con il conferimento, all’Assemblea della CECA “ad hoc” (ossia allargata), del mandato di elaborare lo statuto della Comunità politica europea, ossia dell’organismo necessario a controllare un esercito europeo.