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Una classe politica, un paese, un popolo non possono vivere senza un disegno ideale in cui
si ritrovino, senza uno scopo che li trascenda. Per gli italiani migliori che ci hanno preceduto questo disegno ideale, questo scopo superiore, è stato quello di dare all'Italia la sua unità. Per gli europei di oggi si tratta di dare all'Europa la sua unione; di trovare nell'Europa unita la dimensione umana, culturale e politica di una nuova patria. Le patrie "nazionali" proprio per non perdere completamente se stesse soltanto in una patria "europea" possono rinnovarsi e rivivere. Noi europei, ormai, non possiamo esistere che tutti insieme. Una patria è fatta di tante cose, ed un'anima — nell'unirle — le preserva e le riscopre. Anche l'Europa ha un'anima che si rivela nell'unità della sua cultura pluralistica. Dénis de Rougemont, in un suo recente libro (Lettre ouverte aux Européens) di cui pubblichiamo a pag. 33 un ampio estratto, in una maniera che non potrebbe essere più suggestiva ci parla dell'anima dell'Europa. L'Europa che ha scoperto la terra intera senza essere mai scoperta, è se stessa che oggi deve riscoprire.
«...La colomba europea sa di aver bisogno d'una certa resistenza dell'aria per volare, e non le è stato imposto nessun programma. Deve scegliere continuamente, resistere alle correnti, correre i propri rischi. A dire il vero, non è «tata preparata che a "volare con le proprie ali"... ». (Denis De Rougemont)
In copertina: un dipinto di René Magritte
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